Cappadocia – Kajymakli, la città sotterranea
Secondo gli archeologi, sono molte le città sotterranee che si celano nelle viscere della Cappadocia e ne costituiscono una delle più singolari attrattive. Kaymakli è una delle 36 finora individuate. Luogo claustrofobico e misterioso, Kaymakli è costituita da una serie di tunnel e ambienti sotterranei, con 8 livelli sovrapposti, che comunicano con l’esterno grazie a gallerie d’aria. Queste hanno permesso all’uomo e ai suoi animali di vivere sottoterra senza essere visibili dall’esterno. Secondo gli archeologi, le più antiche città sotterranee risalgono all’epoca ittita, 4000 AC, e solo in un secondo tempo furono occupate dai cristiani in fuga dalle persecuzioni. Questa architettura è resa possibile dalla particolare morfologia del terreno.
Cappadocia – I camini delle fate
I Peri bacalari, o Camini delle fate, sono incredibili sculture naturali che si trovano in Cappadocia, in una valle vicino a Göreme. I Camini delle fate sono strati di roccia tenera, tufo in questo caso, cui si è sovrapposto successivamente uno strato più sottile e più duro di materiale roccioso. Questo ha formato, con l’erosione, un cono di colore più scuro sulla sommità delle colonne di tufo, che possono raggiungere anche i 40 metri. Secondo la leggenda furono delle divinità celesti a porre questa specie di cappelli sui camini. Essendo i Camini delle fate costituiti da materiale abbastanza friabile, i primi cristiani, che scappavano dalle persecuzioni, scavarono al loro interno grotte e chiese rupestri.
Göreme – Open air museum
Patrimonio UNESCO, l’Open air museum è una meta imperdibile per chi arriva a Göreme. Si tratta di un gruppo di chiese, cappelle e monasteri bizantini scavati nella roccia cui si arriva con una serie di scale anch’esse scavate nella roccia. Grazie all’illuminazione elettrica è oggi possibile ammirare gli affreschi interni rappresentanti santi e simboli religiosi. Come avviene spesso camminando nelle chiese rupestri della Cappadocia, molti visi purtroppo sono stati cancellati secondo un rituale caro al mondo islamico. In epoca bizantina la Cappadocia divenne rifugio dei primi cristiani perseguitati e queste chiese rupestri, costruite in buona parte tra il IV e XI secolo, testimoniano la tenacia della loro fede.
Il bazar di Kahramanmaras
Situata nell’Anatolia sud orientale, Kahramanmaras è famosa in tutta la Turchia per la bontà dei suoi gelati. Straordinario è perdersi nel suo bazar, un labirinto di stradine dove non solo si vende di tutto ma si realizza ogni genere di manufatto artigianale. Come in un borgo medioevale, falegnami, fabbri, pellettieri lavorano oggetti di ogni genere: spiedini per il kebab forgiati a mano uno per uno, selle per gli asini, scarpe fatte interamente a mano, attrezzi per il lavoro nei campi, vasellame e gioielli. Il bazar di Kahramanmaras è un viaggio nel tempo e nella tradizione, quella artigiana, irrimediabilmente persa nei paesi occidentali e che ormai si stenta a trovare anche negli angoli più remoti del mondo. Assolutamente da non perdere.
Monte Nemrut
Dopo aver percorso una lunga strada scavata in un deserto di sassi che porta a oltre 2000 metri di altitudine, si arriva alla vetta del monte Nemrut (Nemrut Dagi), uno dei luoghi più misteriosi della Turchia orientale e patrimonio UNESCO. Sulla sommità ancora parzialmente inesplorata, dove il vento batte sempre impietoso, sorgono delle enormi teste di pietra, una volta poste sui loro basamenti da cui furono sbalzate probabilmente a causa dei terremoti. Secondo le tesi degli archeologi, che le portarono alla luce nel 1953, le statue del monte Nemrut fanno parte del mausoleo costruito per Antioco I (69-34 AC) che regnò sulla Commagene, un regno fondato a nord della Siria dopo la caduta dell’impero di Alessandro Magno.
Il ponte romano sul Cendere – Yeni’Kale
Attraversando il fiume Cendere, prima di arrivare al monte Nemrut, si trova una straordinaria testimonianza della grandezza dell’Impero romano arrivato fino a queste terre sperdute. Il grande ponte romano a schiena d’asino sul Cendere, che risale al II secolo DC, fu costruito in onore dell’imperatore Settimio Severo. Da ammirare le colonne corinzie e le iscrizioni ancora in ottimo stato. Proseguendo verso il monte Nemrut si arriva alle rovine di Yeni Kale, un castello dei mamelucchi del XIII sec. costruito sulla sommità impervia di un promontorio roccioso. Come spesso accade in Turchia intorno pascolano indisturbate pecore e vacche, e lo stato di abbandono di questi luoghi contribuisce a renderli ancora più affascinanti.
Arsameia
Percorrendo la strada che porta al monte Nemrut si arriva alle rovine di Eski Kale, l’antica Arsameia capitale della Commagene, un regno a nord della Siria che sorse dopo la caduta dell’impero di Alessandro Magno. Secondo gli archeologi, Eski Kale fu fondata da Mitridate I Callinico intorno all’80 AC, ma dagli scavi effettuati si deduce che l’insediamento è molto più antico. Imponente la stele raffigurante Mitra, dio del Sole. Continuando sullo stretto sentiero si può ammirare un bassorilievo in ottimo stato di conservazione che rappresenta Mitridate I Callinico che stringe la mano a Eracle, o Ercole, eroe semidio della mitologia greca. Intorno, una serie di iscrizioni narrano la fondazione di Arsameia. In fondo, l’ingresso di una galleria che scende verso una sala sotterranea, inaccessibile al pubblico, dove si pensa avvenissero riti dedicati a Mitra.
Gobekli Tepe
Trovato per caso da un pastore, Gobekli Tepe è una delle più sensazionali scoperte archeologiche degli ultimi anni, che potrebbe ridisegnare, secondo gli studiosi, la storia della nostra civiltà vista la sua datazione. Gobekli Tepe è situato a 18 km da Sanliurfa ed è stato aperto al pubblico solo di recente. Il tempio fu deliberatamente coperto dalla mano dell’uomo ed è rimasto nascosto per millenni sotto una collina di sassi. Gobekli Tepe è stato riportato alla luce grazie alla collaborazione tra i turchi e l’Istituto archeologico germanico sotto la direzione di Klaus Schmidt. Al momento sono visibili 40 enormi pilastri alti fino a 6 metri su cui sono scolpiti diversi animali. Secondo gli studiosi, molte altre rovine sarebbero ancora sepolte nelle vicinanze degli scavi. Una visita imperdibile per gli appassionati di archeologia.
Sogmatar
Le rovine dell’antica città di Sogmatar si trovano nel sud est dell’Anatolia, vicino al confine con la Siria. Le strade per arrivarci sono impervie. Il luogo è strano e misterioso, circondato da un paesaggio arido dove greggi e pastori appaiono di tanto in tanto. Come Harran, che dista una cinquantina di chilometri, anche Sogmatar fu, tra il 150 e 200 DC, un importante centro di culto di Sin, il dio della luna, ma sulle misteriose rovine che oggi possiamo ammirare si sono sovrapposte varie civiltà. La sensazione, come spesso accade nei siti archeologici della Turchia, è che sotto quanto possiamo vedere si nascondano ancora molti reperti sepolti. Altamente suggestivo il tempio scavato nella roccia, la Caverna di Pognon, con dei bassorilievi in pietra rappresentanti figure umane con il cranio allungato.
Sanliurfa
Quando si arriva a Sanliurfa si percepisce un’atmosfera particolare, un po’ come quando si arriva a Gerusalemme. Le voci dei muezzin che si incrociano nell’aria, i tanti minareti, i giardini e le moschee fanno di Sanliurfa un luogo carico di misticismo. Urfa, come la chiamano i turchi, è la città dei profeti Giobbe e Abramo. In alto, l’antica cittadella, una serie di rovine chiamate Kale, dalla quale Abramo sarebbe precipitato. Sotto, circondata da moschee e giardini, la grotta in cui si dice che il profeta Abramo sia nato, importante meta di pellegrinaggio per tutto il mondo islamico (Hazreti Ibrahim Halilullah). A fianco alla moschea di Halil Rahmal c’è una vasta area di giardini con le vasche delle carpe sacre, un’attrazione per le famiglie e soprattutto per i bambini. Vietato pescarle.
Mardin
Mardin, costruita sul dorso di una collina, domina un’assolata pianura della Mesopotamia in fondo alla quale si può vedere il confine con la Siria. Tra i campi coltivati affiorano ovunque reperti archeologici, tra i quali pascolano indisturbati i greggi di pecore. Le sue case in pietra color miele e i suoi vicoli affollati conferiscono a Mardin un’atmosfera particolare, di grande fascino. Imperdibile il bazar, con i suoi tanti colori, attraversato dagli asini che vengono ancor oggi utilizzati come principale mezzo di trasporto in un tessuto urbano fatto di vicoli e scale.
Hasankeyf
Il video è una delle ultime testimonianze dell’antica città turca di Hasankeyf, situata lungo il fiume Tigri, che presto scomparirà, insieme ad altri villaggi, a causa della costruzione di una delle più grandi dighe al mondo, fortemente voluta da Erdogan, per dare più energia elettrica a tutto il sud della Turchia. Il progetto, che risale al 2006, contempla anche il trasferimento forzato dei residenti, 700 famiglie in buona parte curdi, in una new town costruita su una collina nelle immediate vicinanze. La forte opposizione degli abitanti di Hasankeyf e degli ambientalisti di tutto il mondo, durata anni, ha costretto Erdogan a impegnarsi a trasferire in zone protette alcuni di questi importanti reperti archeologici. Ma il progetto non si è fermato.