Ho lavorato per decenni, viaggiando per realizzare filmati con apparecchiature professionali che sono costose, ingombranti, delicate e molto visibili. Quando ho deciso che dai miei viaggi privati volevo riportare dei video anziché solo foto, è stato necessario decidere con che macchina realizzarli. Doveva essere piccola, leggera, economica (a prova di furti e di danneggiamenti) e poco appariscente, per non essere notato. Al contempo però doveva avere certe caratteristiche tecniche che per me sono irrinunciabili. La mia scelta è stata quella di provare, una volta dismesso il formato DV, con una fotocamera “bridge” sapendo che era una scommessa.
Ottiche con una estensione stupefacente (24-840), zoom elettrico, stabilizzatore, software abbastanza evoluto mi hanno permesso di girare dei materiali soddisfacenti pur rimanendo a distanza dai soggetti, di fare delle carrellate nei mercati o dei camera car, di filmare in condizioni di luce critiche, tutto lavorando sempre macchina a mano, come potete vedere negli esempi che ho montato in questa clip.
Uno dei limiti che ho patito inizialmente è stata l’impossibilità di disattivare certi automatismi, anche se in alcuni casi si può ovviare con degli espedienti.
Ho risolto anche questo problema e sono passato da una Canon SX40 (India e Turchia) a una più recente Panasonic Lumix DMC-FZ300 (Iran) che si può settare in manuale in ogni funzione, ha un software molto più evoluto oltre ad avere un ingresso audio, ha meno tele (25-600) ma una qualità delle immagini molto superiore. Credo che malgrado il loro costo piuttosto contenuto questo tipo di camere, se usate a dovere, possono soddisfare anche un “palato” professionale.
Luca Errera