Iran

Persepolis e Tomba di Ciro

Visitare Persepolis è uno dei sogni degli appassionati di storia e di archeologia, perché Persepolis non è solo un sito archeologico ma rappresenta la testimonianza di quello che fu un progetto estremamente illuminato, voluto da Dario il Grande: la costruzione di  una  città ideale, crocevia di culture,  dove potesse esserci libertà di pensiero e uguaglianza tra i tutti cittadini. Per fare di Persepolis un luogo cosmopolita, Dario il Grande fece arrivare intorno al 500 AC i più grandi architetti dai confini estremi del suo impero. Questo spirito pervade la città fin dall’entrata, con la monumentale Porta di Serse o Porta di tutte le Nazioni, su cui sono state scolpite iscrizioni in tre lingue. La parte più suggestiva di quanto è rimasto dell’antica Persepolis dopo l’incendio, i saccheggi e gli anni di oblio, è la scalinata dell’Apadana con i suoi bassorilievi in marmo grigio. A Pasargade, a pochi kilometri da Persepolis, si erge solitaria in una pianura desertica e ventosa la Tomba di Ciro, uno dei monumenti più noti della cultura iraniana.


Shiraz: Masjed-e Nasir-al-Molk e il giardino Bagh-e Eram

La Moschea di Nasir-al-Molk, detta anche Moschea rosa,  è uno degli edifici più spettacolari e fotografati di Shiraz. Realizzata alla fine dell’Ottocento, è meta di pellegrinaggio per gli iraniani e attrattiva per i turisti. Quando i raggi del sole al mattino penetrano attraverso le vetrate colorate nella sala di preghiera coperta di tappeti, si crea un caleidoscopio di luce e colori che rende l’atmosfera veramente unica. Peccato che la suggestione sia in parte compromessa dalla presenza dei molti visitatori chiassosi che, invece di pregare, impazzano con i telefonini. Un po’ più lontano dal centro di Shiraz, costruito intorno a un palazzo storico, il giardino di Bagh-e Eram, Patrimonio UNESCO, tipico esempio di giardino persiano.

Shiraz: Bagh-e Naranjestan Naranjestan-e Ghavam

Il Giardino degli aranci (Bagh-e Naranjestan) è uno dei più belli di Shiraz, e deve il suo nome a un boschetto di alberi di arance amare e di tante piante che ne delimitano i viali. Nel giardino, una residenza di epoca qagiara (Naranjestan-e Ghavam) ha al suo interno bellissime decorazioni. Oltre agli affreschi e ai dipinti sul legno dei soffitti, ci sono intere stanze realizzate con  mosaici di specchi, tipico esempio di architettura persiana degli interni. Questi specchi provenivano da Venezia e poiché si rompevano durante il lungo viaggio, vennero dagli artigiani sapientemente tagliati e riutilizzati per comporre dei grandi mosaici con cui decorare le pareti dei palazzi signorili.

Shiraz: Masjed-e Vakil e Bazar-e Vakil

Il sovrano Karim Khan, che si faceva chiamare Vakil, il reggente, fece costruire intorno alle mura della sua fortezza (Arg-e Karim Khan) un quartiere di edifici lussuosi che costituisce oggi il centro storico di Shiraz. Dell’antico quartiere sono rimasti in piedi, oltre a qualche palazzo signorile, una bellissima moschea  (Masjed-e Vakil)  ricoperta di maioliche floreali blu e rosa, colori tipici di Shiraz, e l’antico bazar (Bazar-e Vakil) con particolari volte in mattoni. Il bazar vende anche i prodotti tribali dei qashqai, i pastori nomadi dei monti Zagros che vengono al bazar per comperare le stoffe coloratissime e piene di lustrini che caratterizzano i loro costumi.

Shiraz: Arg-e Karim Khan

La fortezza di Karim Khan (Arg-e Karim Khan) costituisce il cuore di Shiraz. Fu costruita a metà del ‘700 da Karim Khan, un sovrano della dinastia Zand che ambiva portare Shiraz al livello di splendore di Isfahan. Per questo Karim Kham fece arrivare per la sua costruzione i materiali migliori e la ornò di miniature e mosaici. Arg-e Karim Khan ha una superficie di 4000 mq e, ai lati, quattro torri alte 14 metri. In realtà Karim Khan, che si faceva appellare Vakil, il reggente, la usò come abitazione. Intorno alle mura fece costruire un quartiere di edifici lussuosi, comprendente anche una moschea e il grande bazar. Dopo le numerose distruzioni subite nel corso della storia, Arg-e Karim Khan è stata restaurata di recente ed è Patrimonio della cultura iraniana.


Yadz

Contornata da montagne brulle, Yadz mantiene intatto il suo fascino di città nel deserto, con le sue caratteristiche torri del vento, un antico sistema di aria condizionata. Yadz è famosa anche per essere una delle ultime culle degli Zoroastriani, seguaci di un’antica religione preislamica, che segue gli insegnamenti di Zaratustra. Da millenni gli Zoroastriani tengono in vita il fuoco sacro, conservato in un tempio dietro una teca, mentre sono in disuso dagli anni ’70, ma visitabili, le torri del silenzio, dove essi esponevano i loro morti. Nel centro di Yadz la spettacolare piazza con la facciata a tre piani della moschea di Amir  Chakhmaq e, nella città vecchia tutta da visitare, la moschea di Masjed-e Jameh. Bellissime le case tradizionali di Yadz, molte delle quali sono state trasformate in alberghi e punti di ristoro.

Yadz: Zurkhaneh o le case della forza

Lo Zurkhaneh è un’antichissima ginnastica persiana che si pratica ancora in alcune palestre di Yadz. Letteralmente “casa della forza”, è un misto di valori spirituali del sufismo – in alcuni momenti ricorda la danza dei dervisci – ginnastica militare e orgoglio nazionalistico iraniano. Ne deriva una pratica che è una danza e al contempo prova di forza ed esperienza religiosa. Lo Zurkhaneh è una attività esclusivamente maschile, bambini e anziani compiono insieme gli stessi esercizi e si spronano a vicenda con un grande spirito di gruppo. A capo, un carismatico musicista, che incita alle prove di forza con il ritmo del tamburo e cantando i versi di antichi poemi. Lo Zurkhaneh si svolge nel tardo pomeriggio in palestre aperte al pubblico, donne comprese.


L’antica Na’in

Na’in è una delle più antiche città dell’Iran, abitata con continuità da oltre 2000 anni. Da vedere la grande moschea Masjed-e Jameh, una delle più antiche del paese, finemente decorata con stucchi, che ha al piano sotterraneo una suggestiva sala di preghiera. Tutto intorno le rovine dell’antica Na’in, nell’abbandono generale. Da notare la bellezza dei portoni che, come nella tradizione iraniana, avevano due battenti differenti, uno per le donne e uno per gli uomini. A fianco della moschea Masjed-e Jameh un gradevole luogo di ristoro, dove i proprietari espongono i propri manufatti, nella speranza di venderli ai turisti di passaggio a Na’in.


Esfahan: Naqsh-e Jahan Square

Naqsh-e Jahan Square a Esfahan è una delle piazze più grandi e spettacolari del mondo. Lunga 512 metri, fu realizzata nel 1600 per mostrare lo sfarzo dell’impero dei Safavidi. Le due porte, situate alle due estremità della piazza, furono utilizzate per il gioco del polo. Su ogni lato i simboli delle istituzioni più importanti: la moschea Masjed Shad, con il suo spettacolare portale d’ingresso e, sul lato opposto, l’entrata del grande Bazar-e Bozorg, uno dei più antichi e affascinanti dell’Iran. Sul lato sinistro di Naqsh-e Jahan Square, spalle alla moschea, il palazzo di Ali Qapu, con una terrazza da cui si domina dall’alto tutta la piazza. Al piano superiore la famosa sala della musica, con le pareti e il soffitto di stucchi che hanno lo scopo di migliorare l’acustica. Di fronte, la moschea dello sceicco Lotfollah, con i suoi meravigliosi mosaici color oro. La piazza di Naqsh-e Jahan Square è Patrimonio UNESCO.

Esfahan: i ponti sul fiume Zayandeh

I ponti di Esfahan sono collegati tra loro da giardini e percorsi pedonali che permettono agli abitanti della città di trascorre piacevolmente il tempo libero sulle rive del fiume Zayandeh. I ponti di Esfahan, quelli storici, sono 11 e furono costruiti in massima parte tra la metà del 1500 e la fine del 1600. All’interno dei ponti vi sono dei grandi ambienti dove gli abitanti di Esfahan si ritrovano per cantare , giocare a carte, fare pic-nic con tutta la famiglia. I ponti di Esfahan sono particolarmente suggestivi all’ora del tramonto, quando la pietra rosa si riflette nelle acque del fiume Zayandeh che purtroppo scarseggia sempre più di acqua soprattutto d’estate. Durante le numerose festività dell’Iran si può assistere anche al passaggio di una delle tante processioni dedicate ai martiri della rivoluzione.

Esfahan: Jolfa e il Museo della musica

Il quartieredi Jolfa o Nuova Julfa è situato al di là dal fiume rispetto al centro storico di Esfahan ed è ancora oggi una delle più grandi comunità armene del mondo. Il quartiere fu fondato agli inizi del 1600 da armeni in fuga dall’Impero ottomano. La maggior parte delle famiglie erano dedite ai commerci, ed è per questo che Jolfa mantiene ancora oggi questo carattere di zona dello shopping, forse la parte di Esfahan più vicina all’occidente.  Molto suggestiva la cattedrale di Vank, con i suoi affreschi e un bellissimo museo. A pochi passi dalla cattedrale, di grande interesse è il Museo della musica di Esfahan, mirabile collezione di strumenti tradizionali, la cui visita è affidata a guide d’eccezione: un gruppo di giovani musicisti in grado di spiegarne il funzionamento e farli suonare.


Abyaneh

Abyaneh, uno dei villaggi più antichi dell’Iran, è una tappa obbligata sulla strada che congiunge Kashan a Isfahan. Costruito a ridosso del monte Karkas, è un dedalo di vicoli  tortuosi e case più o meno abbandonate costruite in fango rosso per la presenza nel terreno di ossidi di ferro. Da notare la ricercatezza dei balconi in legno e delle grate alle finestre. La particolarità di Abyaneh sono però i suoi abitanti, rimasti oramai in pochi, che parlano una lingua, il Medi, quasi completamente scomparsa nel resto dell’Iran. Le donne, tutte anziane, sono ancora vestite con i costumi tradizionali, ampie gonne multicolori e in testa il hijab, un grande foulard a fiori. Gli uomini indossano invece una tunica con larghi pantaloni neri.

Kashan

Situata a metà strada tra Teheran e Isfahan, Kashan è una città incantevole soprattutto per le sue case tradizionali, concentrate in massima parte in Alavi street. Molte di queste sono state restaurate e aperte al pubblico solo di recente per essere trasformate in ristoranti e hotel de charme. Le case di Kashan hanno tutte una struttura simile, con una o più corti interne piene di piante e vasche d’acqua, su cui si affacciano il resto delle stanze. Il grande salone, decorato con stucchi e mosaici di specchi, ha al centro vasche e piccoli corsi d’acqua che avevano lo scopo di rinfrescare l’ambiente. Tra le case di Kashan un lussuoso hammam, anche questo recentemente restaurato, risalente a 500 anni fa. Kashan è famosa in Iran anche per la sua produzione di acqua di rose, fiore che riempie le aiuole dei suoi bellissimi giardini, alcuni dei quali patrimonio UNESCO.

Tombe di Naqsh-e Rotam e Naqsh-e Rajab

Naqsh-e Rotam e Naqsh-e Rajab sono antichissime tombe rupestri che si trovano nelle vicinanze di Persepolis. I due siti distano l’uno dall’altro poco più di un chilometro. All’interno delle tombe ci sono camere funerarie scavate nella pietra dove, secondo la tradizione, venivano posti i corpi dei regnanti. Fuori, una serie di bassorilievi scolpiti nella roccia. A Naqsh-e Rajab è raffigurata la parata dei re Ardashir e Shapur. A Naqsh-e Rotam, che ricorda un po’ Petra per la sua spettacolarità, ci sono quattro tombe: da sinistra a destra, si ritiene appartengano a Dario II, Artaserse, Dario I e Serse I. Entrambi i siti sono patrimonio UNESCO.